cosa non mi piace della wicca

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    La Strega di Velluto

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    CITAZIONE (albagubrath @ 23/3/2024, 21:28) 
    CITAZIONE (Vanth @ 22/3/2024, 09:11) 
    Sarebbe interessante sicuramente capirei qualcosa che mi sfugge e potrei pure cambiare idea perché, arrivare a pochi metri dal traguardo e inciampare è uno schiaffo a tutti gli allenamenti fatti a ogni modo grazie del consiglio
    E se sei più vecchio di me è indubbio sei invecchiato meglio c rispetto a me *_*

    CITAZIONE (°Ariel° @ 22/3/2024, 00:25) 
    Alba, la tua comparazione ricorda quella che quotidianamente vediamo in TV tra fascismo e partiti di destra o comunismo e partiti di sinistra. Non puoi prendere un piccolo quadretto originario e spalmarlo come Nutella su chiunque arrivi da quel pensiero. Perché spesso le cose si evolvono. Mi ricorda chi urla anarchico ai no vax. Ma anche a chi si ribella per gli stipendi. Prendi un pezzo, ne fai dogma. Poi ci farcisci la torta. Non è così. Un pensiero ampio e complesso come una religione misterica e iniziatica non si esaurisce in un personaggio che nemmeno conosci a fondo ma che ti fai raccontare da google o che associ più o meno a difetto con altri che non ti piacciono.
    "Mi ricorda", "Mi ricorda". Non ti devono ricordare niente. Vanno conosciuti, capiti, contestualizzati nella struttura odierna e poi giudicati.
    Mi pare quello che ti etichetta senza aver mai preso un caffè con te. Leggere un tuo libro per eticchettarti è un atto abbastanza immaturo. Pensa se lo facessero con te. Tu magari te ne freghi. Ma chi ti snobba e ti dà del minchione magari non ha capito.

    Ariel cara mi hai seppellito Però posso dire che le poche parole di Vanth mi stanno dando entusiasmo e voglia di riprendere come lo zombie che esce dalla buca dove lo hai cacciato :pazz:

    Non è questione di seppellire. Lo sai che io e te non abbiamo censure. È questione di fare e dire. E tu dici molto ma fai poco. Da sempre vivi di testa e non di sentimento. Tant'è che denigri il percorso ma poi mi chiedi di organizzare dei sabbat insieme. Se davvero fossi convinto che la comunità non ti aggrada esuleresti da certe richieste che invece esterni... Ergo... Tutti bravi a farsi forti dell'individualità fino a quando si scopre il bello del condiviso..

    Edited by Trigonella - 25/3/2024, 10:40
     
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    QUOTE (°Ariel° @ 25/3/2024, 00:35) 
    Tutti bravi a farsi forti dell'individualità fino a quando si scopre il bello del condiviso..

    Non entro nel merito del vostro personale discorso e della vostra personale esperienza, e parlo in linea generale. Anzi, parlo per me. Colgo anche l'occasione per precisare che quando ho condiviso, all'inizio di questa discussione, il non sentirmi a mio agio in un impianto strutturato, non condividevo anche le considerazioni su Gardner, nel senso che non ne so abbastanza per formarmi un'idea sulla persona e non mi sono mai fermata a chiedermi i perché e i percome delle sue azioni. Non mi interessa neanche granché, per la verità, questo aspetto.

    Non lo so, Ariel, se si possano confrontare le due cose.
    Un conto è fare un proprio percorso e scegliere (o anche desiderare) di condividere alcuni momenti con pochi altri, persone di cui ci si fida e con cui ci si sente in sintonia anche se aderiscono ad un cammino per alcuni aspetti diverso dal proprio.
    Io non ho esperienza neanche di questo, ma un domani - se capitasse l'occasione - forse è una cosa che mi piacerebbe fare. Sono una persona solitaria (sicuramente anche sola, per certi versi) e pratico di conseguenza, ma comprendo il valore della condivisione, del dare e del ricevere, della comunità e dello scambio. Altrimenti non sarei nemmeno qui.
    Penso però che questo sia totalmente diverso dallo scegliere di aderire ad un "sistema" strutturato in un determinato modo, con una propria liturgia, una propria "gerarchia" spirituale, regole da seguire in quanto tali, una certa evoluzione predeterminata del processo (non solo e non tanto in termini temporali, immagino, ma di crescita), fonti chiare da cui attingere, un linguaggio comune.
    Chiaro che non si tratta di una questione di meglio o peggio, ma esclusivamente di una predisposizione.
    Comprendo bene che il secondo percorso (ne abbiamo parlato qui in altri post, ricordo), implica comunque un importante lavoro personale e dà sicurezza, sotto tanti aspetti e che il primo percorso sicuramente comporta una maggiore probabilità di sbagli, ritardi, rallentamenti, errori.
     
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    CITAZIONE (albagubrath @ 24/3/2024, 20:53) 
    no no mi riferivo ai ragionamenti non alla foto ti batto di 4 anni :ph34r:
    tral l'altro ho scoperto che a Roma abbiamo un amico in comune un produttore discografico si chiama Paolo ^U^

    È un mondo piccolo alla fine...

    CITAZIONE (Muir Cleachtóir @ 25/3/2024, 07:18) 
    Penso però che questo sia totalmente diverso dallo scegliere di aderire ad un "sistema" strutturato in un determinato modo, con una propria liturgia, una propria "gerarchia" spirituale, regole da seguire in quanto tali, una certa evoluzione predeterminata del processo (non solo e non tanto in termini temporali, immagino, ma di crescita), fonti chiare da cui attingere, un linguaggio comune.

    In realtà stiamo parlando di una dicotomia che non esiste: quando si ha un percorso comunitario questo non prescinde mai (e non potrebbe) da un percorso individuale. Sono due strade parallele che procedono insieme e, secondo la mia esperienza, si aiutano a vicenda. Chiaramente quando si lavora in gruppo è necessario stabilire una koiné che consenta a tutti di intendersi, come è normale in qualunque situazione in cui si interagisca con altri, ma questo non vuol dire che poi ciascuno non abbia un proprio percorso ed una propria operatività, anzi! Uno dei problemi principali che riscontro in tanti è proprio il contrario: la voglia di "andare a messa", di avere chi ti scodella davanti la pappa pronta senza dover fare nessuno sforzo, che è l'estremo opposto...
     
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    CITAZIONE (°Ariel° @ 25/3/2024, 00:35) 
    Tutti bravi a farsi forti dell'individualità fino a quando si scopre il bello del condiviso..

    Decidere di stare soli è più facile, puoi decidere di approfondire un punto x invece di un punto y.
    Puoi praticare come vuoi tu, con i materiali che decidi tu, con l'ordine che preferisci e i luoghi che ti risuonano di più.
    Se decidi che un sabba è meglio celebrarlo a mezzanotte su un fiume o in un campo, lo fai
    Nel condiviso devi vivere anche di compromessi, approfondire cose che al momento preferisci accantonare o celebrare in luoghi e modi che non sempre senti tuoi; condividere porta via energie che portano ad una crescita (ogni esperienza porta ad una crescita).
    é una questione di punti di vista, a vent'anni avrei azzardato un percorso in congrega, ora che ne ho quaranta non mi attira più così tanto.
    Non sono una wiccan, non mi interessa esserlo, è una questione di scelte e di percorsi, che può essere condivisibile o meno. Ma non credo che si debba fare a gara su cosa vale di più o di meno.
     
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    Non ho mai fatto mistero di essere pro "gruppi" e pro "parte misterica", e sono d'accordo (ovviamente senza giudizio e senza "gare" su cosa sia meglio) con chi dice che il percorso di gruppo non precluda (anzi!) quello individuale, e che certe esperienze siano vivibili solo nell'uno o nell'altro contesto,rendendo di fatto , per alcuni come me, necessario praticarli entrambi.

    Tornando però completamente in topic, quello che non mi piace della wicca (gardneriana) è forse l'eccesso di ortoprassi e di derivazioni dalla magia cerimoniale, che rendono a mio avviso il rituale troppo "preconfezionato" ( anche se anche questo in un ottica magica ha ovviamente i suoi vantaggi, ma è meno il mio).

    Questo mi ha portato ad andare verso il druidismo e ad interessarmi molto alla parte sciamanica, a mio avviso meno presente nella wicca più tradizionale.
    Rimango comunque molto interessato ad approfondire e studiare anche questa tradizione ( e ciò che c'e nel mezzo) , dopotutto anche Nichols e Gardner sono stati molto vicini xD
     
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